di Gloria Zannini
La catastrofe nel sud-est asiatico “impone” ad Associazioni umanitarie come la nostra di offrire il proprio aiuto professionale, volontario, più diversificato possibile e di stimolare collaborazioni con altre organizzazioni per la migliore forma di solidarietà tra popoli. L’Associazione Psicologi per i Popoli si propone ai cittadini colpiti dallo Tsunami sia italiani, sia stranieri, volendo operare in Italia e, qualora sia richiesto, nelle aree asiatiche in difficoltà. Sottolineiamo il nostro sostegno sia a medio, sia a lungo, sia a lunghissimo tempo, dato che tale sarà il tempo della ripresa, purtroppo.
La nostra esperienza e competenza in situazioni di emergenza ci ha fatto dividere le forze in più gruppi di lavoro e ad oggi, inizio gennaio, si suddividono così:
Lavoro con i soccorritori in partenza verso i luoghi colpiti, impiegati sul posto e di rientro da quelle zone. Tutte le persone coinvolte possono subire stress, tensioni, sovraesposizioni ad eventi legati a morte, mutilazioni, carenze e degradi di ogni livello. La nostra collaborazione è verso i Corpi e le Organizzazioni di soccorsi che sono al corrente di questa condizione negativa dei loro operatori, già intervengono, e possono abbisognare di un rinforzo per il numero di persone coinvolte. La stessa funzione la offriamo alle ONG e ad altre forze volontarie impegnate nell’area del sud-est asiatico.
Lavoro con i familiari delle vittime e delle persone ancora disperse. Questo gruppo offrirà sostegno a quelle persone che hanno registrato vittime tra i familiari o tra i dispersi. La presunta morte di una persona cara può distruggere il mondo sicuro in cui adulti e bambini vivono, portando a reazioni emotive forti, che può essere necessario confrontarsi apertamente su eventi tristi che turbano.
Lavoro con i superstiti. Prevede il sostegno alle persone di ritorno dall’Asia vittime del maremoto. Già dal rientro in Italia, al ritorno al ritmo lavorativo quotidiano, può essere importante avere un ascolto, uno spazio di comprensione individuale e di gruppo per potersi riprendere cura di sé, della propria famiglia, della propria comunità. Questo gruppo preparerà inoltre un opuscolo informativo da distribuire alle vittime al momento del loro ritorno in Italia sulle conseguenze psicologiche del trauma.
Lavoro con le comunità straniere presenti in Italia provenienti da aree colpite dal maremoto. Il gruppo cercherà di approfondire anche le variabili culturali che possono diversificare le reazioni alla catastrofe nelle diverse popolazioni, apportando conoscenze e approfondimenti utili anche per i precedenti gruppi di lavoro.
Mi viene da riflettere sullo spirito umanitario siffatto come una conseguenza positiva della globalizzazione. Tutto il mondo ha sofferto di una emergenza naturale così devastante, il lutto ha risuonato ovunque, che allora anche la rinascita della speranza, come ricerca di risorse, come vicinanza tra popoli potrà essere egualmente mondiale, costruita da molte, moltissime parti, ognuno nel piccolo e nel suo grande.
Personalmente, auspicherei che una buona creazione e mantenimento di relazioni, di concreti gesti di solidarietà, di scambi reciproci potranno, addirittura, fare sentire i colleghi psicologi cingalesi o di altre nazionalità in grado di chiederci un confronto, di studiare assieme come ideare interventi psicosociali per loro, per noi.
Perché l’Associazione Psicologi per i popoli agisce così? Le motivazioni sono sempre complesse, tante come il numero dei soci, ma mi sembra che si possa sintetizzare in maniera colorita, con un detto della bassa emiliana che dice “Oggi a te, domani a me, è una ruota che gira”.
Colleghi e persone che si rispecchiano nelle nostre finalità, già organizzati in gruppi o in altre realtà, contattaci e indicate la vostra disponibilità.
Se siete bisognosi di aiuto perché toccati direttamente o indirettamente da questo evento così sconvolgente, se conoscete persone che ne sono state testimoni o molto colpite, non esitate a chiamarci.