In questo mese di maggio la nostra regione è stata flagellata da abbondanti precipitazioni, che sembrano continuare e a richiedere l’intervento di numerose squadre di soccorritori tra professionisti e volontari impiegati in operazioni di controllo, recupero, salvataggio e supporto alle popolazioni colpite.
Turnover pressanti, il contatto con la sofferenza delle popolazioni colpite, emozioni contrastanti di soddisfazione, ma anche frustrazione, senso di colpa, impotenza e rabbia sono gravose per tutti e possono risultare psicologicamente molto pesanti per il soccorritore in una posizione di forte sollecitazione emotiva.
Come psicologi dell’emergenza non possiamo non riconoscere e prestare attenzione all’impatto emotivo che queste calamità naturali provocano sulla popolazione colpita e sui soccorritori impegnati in lunghe ore di lavoro.
Alcuni suggerimenti per ridurre i rischi:
- saper riconoscere e monitorare le proprie reazioni fisiche ed emotive durante e dopo l’intervento;
- Come evidenzia l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la prima cosa da ricordare è che “è normale sentirsi stressati, tristi, frustrati, arrabbiati, impotenti, confusi e che un modo semplice ma efficace per stare meglio è fare una telefonata a qualcuno di cui ci si fida”.
- condividere con la propria squadra pensieri ed emozioni relativi all’intervento svolto
- avere cura di sé, ripristinando una corretta routine inerente il ritmo sonno-veglia, l’alimentazione, le relazioni sociali,
- continuare a svolgere attività che procurano piacere e benessere psico-fisico
- richiedere interventi di supporto psicologico se il disagio emotivo permane nel tempo