Come annunciato, si è tenuto il 21 ottobre appena trascorso il laboratorio esperienziale sul debriefing.
La teoria e i passi che ogni debriefer utilizzano in ogni sessione, sono stati affrontati attraverso la simulazione pratica ma anche attraverso l’utilizzo di tecniche corporee.
I partecipanti hanno potuto sperimentarsi e allenarsi a riconoscere le 7 fasi del debriefing, anche in contesti destrutturati.
Il debriefing (l’uscita dalla situazione traumatica) è un metodo discorsivo, che aiuta a ritrovare le risorse interiori per superare il trauma subito.
Il metodo classico prevede la parte introduttiva ( nella quale gli esperti si presentano al gruppo e chiariscono gli scopi della discussione ed il metodo che useranno per raggiungere i risultati migliori), la quale precede quella in cui i presenti descrivono in modo fedele i fatti riportando l’esperienza vissuta e le idee personali sul quanto accaduto. Il terzo passo è quello della descrizione dei pensieri e delle emozioni avute durante la calamità, a cui segue la descrizione dei sintomi (verbalizzazione dei “sintomi negativi” avvertiti durante l’evento), e delle reazioni. I passaggi finali sono quelli della individuazione dei mezzi e metodi di risoluzione dei problemi psicologici e la ripresa della vita normale. Chi conduce, nella fase di discussione delle soluzioni, può offrire spunti e tecniche di rilassamento, tecniche respiratorie e corporee. La conclusione dell’incontro si fa attraverso il riportare a fatti concreti futuri, quali appuntamenti ed eventi cittadini, date degli eventuali spostamenti e di ulteriori incontri dedicati a persone particolarmente traumatizzate.
La conduzione di Tania Manzo e Claudio Verri ha consentito di unire alla teoria da manuale, tecniche e prassi che danno modo di veicolare con il gesto e il movimento il vissuto traumatico.