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Riflessioni dal viaggio nelle “Terre Mutate”

Di Michela Taddei-Saltini:
Partiamo all’alba, come spesso accade quando si va in missione.
Questa volta però non siamo  “una squadra” composta di due elementi che va sul luogo dell’evento: siamo in quindici, veniamo da tutta la Regione, da Piacenza a Rimini, andiamo nei luoghi che ci hanno visti coinvolti subito dopo il 26 Agosto 2016, dopo le terribili scosse che hanno mutato per sempre gli scenari del Lazio e dell’Abruzzo, andiamo nei luoghi del cratere del Sisma 2016.
Con noi anche gli amici delle Unità Cinofile, che pure, assieme alla Agenzia di Protezione Civile regionale parteciparono con le loro squadre nei campi di Caldarola e San Severino Marche.
Arriviamo ad Amatrice a metà mattinata. Le macerie sono ancora ben in vista, ma la gente del posto c’è e non molla: la ricostruzione procede, il famoso ristorante Roma è aperto, in una struttura completamente diversa ma è aperto.
Rivediamo i luoghi dei campi, la scuola costruita dal Trentino per permettere ai bimbi di Amatrice di tornare sui banchi all’avvio dell’anno scolastico; le emozioni riaffiorano, i ricordi si sovrappongono a questo nuovo scenario. Sappiamo che anche per noi è importante essere qui, non solo perché la nostra presenza può portare vantaggio all’economia locale, ma soprattutto per noi, perché fa bene vedere la resilienza in azione.
Attrezzati con gps e indicazioni preziose forniteci dalla Associazione TerreMutate imbocchiamo il sentiero 363, vogliamo percorrere i monti per raggiungere Campotosto, sono questi i luoghi in cui, come Psicologi per i Popoli abbiamo prestato servizio.
La camminata è fattibile, ma impegnativa, soprattutto per il magnifico sole che scalda davvero, le salite si fanno sentire, ma lo spirito di gruppo, l’esperienza dei cinofili e la certezza che stiamo “percorrendo il giusto sentiero” ci fanno percorrere i quasi 17km in un tempo più che ragionevole. Il percorso è segnato dalle indicazioni per una gara di MBK che si terrà domani, anche questo un segno della vitalità dei luoghi, malgrado gli eventi sismici che lo hanno segnato in maniera brutale.
Quando arriviamo a Campotosto la gente del posto si incuriosisce, per il percorso, per le motivazioni, per il significato della nostra presenza.
Sostiamo per un buonissimo pranzo (anche se sono le 4 del pomeriggio, la proposta è irrinunciabile) per poi, sazi delle delizie locali, avviarci, questa volta con il pulmino, verso L’Aquila, dove fummo presenti nel lontano 2009.
L’Aquila è piena di giovani, allegra nella giornata di sabato, la ricostruzione ha rivisto un impulso, anche se gli edifici nelle strade laterali sono ancora immischiati dalle impalcature e avvolti dalle recinzioni di sicurezza.
Anche questa tappa, seppur breve, ci restituisce emozioni particolari, che porteremo con noi, verso casa: essere volontaria, volontario di Protezione Civile, prendersi cura dell’altro nel momento della crisi, è una scelta consapevole che può dare il senso ad un intero percorso esistenziale.
Sotto alcune foto scattate ad Amatrice, Campotosto e L’Aquila.

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